È uscita la terza edizione del rapporto sul sistema educativo svizzero

Berna, 19.06.2018 - DEFR (SEFRI) / CDPE, 19 giugno 2018. Il rapporto sul sistema educativo svizzero 2018 è ora disponibile. Il testo raccoglie in oltre 300 pagine le attuali conoscenze sul nostro sistema educativo e sulla sua efficacia, dalla scuola dell’obbligo alla formazione continua. In occasione della conferenza stampa di oggi il rapporto è stato presentato dal capo del DEFR Johann N. Schneider-Ammann e dalla presidente della CDPE Silvia Steiner.

Il rapporto sul sistema formativo svizzero 2018 contiene tutti i dati concernenti la ricerca, le statistiche e l’amministrazione dell’intero sistema formativo descritti attraverso circa 500 tematiche. Ecco cinque esempi:

  • tra le sfide principali per il sistema formativo svizzero il rapporto menziona i flussi migratori e la digitalizzazione. Un terzo dei giovani di età compresa tra i 15 e i 17 anni ha un passato migratorio. Per analizzare in maniera più esaustiva la questione dell’integrazione dei migranti, secondo il rapporto sarebbe opportuno raccogliere dati statistici di migliore qualità, che includano anche la lingua e il contesto culturale e socioeconomico di queste persone nonché la durata della loro presenza in Svizzera.  Spesso, alcuni studi svolti finora si sono concentrati unicamente sul passato migratorio come causa dell’emarginazione scolastica, un approccio troppo semplicistico;
  • per quanto riguarda la digitalizzazione in ambito formativo gli indicatori e i risultati delle ricerche sono ancora scarsi. Sebbene la digitalizzazione e con essa l’automazione siano comparse sul mercato del lavoro da oltre vent’anni, secondo il rapporto è difficile prevedere la portata di questi fenomeni e la rapidità con cui si manifesteranno i loro effetti;
  • in quest’ottica anche la formazione professionale è chiamata a fare la sua parte e a fornire al mercato del lavoro personale con competenze spendibili. In uno studio internazionale la Svizzera si è classificata al primo posto, insieme all’Austria, per quanto riguarda l’equilibrio tra sistema formativo e mondo economico. Il partenariato elvetico sembra infatti garantire un’integrazione particolarmente equilibrata tra gli operatori del settore formativo e il mercato del lavoro;
  • l’efficacia delle forme d’insegnamento integrative è un tema centrale della ricerca sulla formazione professionale e lo sarà anche in futuro. Secondo il rapporto diversi studi confermerebbero già i vantaggi di queste misure per i bambini che ricevono un sostegno integrativo. Dall’altro lato i compagni di classe di questi bambini non sarebbero penalizzati e anzi mostrerebbero lo stesso rendimento di quelli delle classi senza sostegno integrativo;
  • in Svizzera il processo di accademizzazione proseguirà ma con minore intensità. Secondo le previsioni dell’UST, entro il 2045 circa il 60% della popolazione avrà conseguito un titolo del livello terziario (scuola universitaria o formazione professionale superiore). Nel 2015 questa percentuale era del 40%. Il numero di persone in possesso di un titolo universitario è aumentato anche in seguito a una domanda crescente sul mercato del lavoro. Negli anni, infatti, il reddito relativo di queste persone (rendimento della formazione) si è mantenuto più o meno costante. Se si analizza il rendimento della formazione non si riscontrano differenze significative tra scuole universitarie e formazione professionale superiore.

Conclusioni del rapporto sul sistema formativo

In base ai rapporti sul sistema educativo del 2010 e 2014, nel 2011 e nel 2015 la CDPE e la SEFRI hanno concordato obiettivi comuni di politica della formazione per lo spazio formativo svizzero impegnandosi a realizzarli nei rispettivi ambiti di competenza. Per la scuola dell’obbligo la competenza spetta ai Cantoni, mentre la formazione postobbligatoria viene gestita e coordinata congiuntamente dai Cantoni e dalla Confederazione. Alla luce del nuovo rapporto, nei prossimi mesi la CDPE e la SEFRI valuteranno approfonditamente gli obiettivi comuni per stabilire se sono ancora validi e se è necessario modificarli o definirne di nuovi.

Ecco alcune indicazioni sul raggiungimento degli obiettivi contenute nel rapporto:

  • negli anni scorsi l’armonizzazione degli obiettivi e delle strutture ha compiuto grandi passi avanti. Ad esempio, per la prima volta tutti i Cantoni hanno applicato o hanno deciso di introdurre i piani di studio elaborati nelle rispettive regioni linguistiche (Lehrplan 21, Plan d’études romand, Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese). Nel 2019 la CDPE stilerà un bilancio dettagliato;
  • già nel 2011 la Confederazione e i Cantoni avevano stabilito l’obiettivo di politica della formazione di portare al 95% la percentuale di 25enni in possesso di un titolo del livello secondario II. Il principale gruppo target sono i giovani che non hanno compiuto tutto il percorso formativo in Svizzera. Grazie all’aggiornamento delle statistiche sulla formazione da parte dell’UST sono ora disponibili per la prima volta dati attendibili e differenziati che però non possono più essere confrontati con quelli degli anni precedenti. La percentuale media calcolata in base ai numeri del 2015 è del 91%. I ragazzi di nazionalità svizzera che possiedono un titolo del livello secondario II sono il 94%, mentre tra i migranti nati in Svizzera la quota scende all’86% e tra i migranti nati all’estero al 73%;
  • un altro obiettivo riguarda la garanzia dell’ammissione senza esami alle scuole universitarie dopo la maturità liceale. Dalle precedenti versioni del rapporto era emerso che le competenze dei maturandi sono molto eterogenee. Alcune misure attualmente in vigore nei Cantoni – come l’attuazione del programma quadro d’insegnamento, integrato nel 2016 dalla CDPE con le competenze di base in matematica e nella prima lingua – non sono ancora state oggetto di valutazione;
  • secondo il rapporto si sa ancora troppo poco sulle cause che portano all’interruzione degli studi universitari per poter intervenire in maniera mirata. Da una valutazione intermedia emerge che le note della maturità influiscono fortemente sul successo negli studi. Anche questo aspetto, tuttavia, deve essere approfondito;
  • nel settore sanitario e in quello MINT la carenza di personale qualificato potrebbe subire una lieve flessione. Dal 2010, infatti, si registra un forte aumento del numero di diplomi universitari nelle materie MINT e le previsioni indicano che questa tendenza continuerà anche nei prossimi anni.

Durante la conferenza stampa il consigliere federale Johann Schneider-Ammann e la consigliera di Stato Silvia Steiner, presidente della CDPE, hanno dichiarato che i Cantoni e la Confederazione continueranno a impegnarsi per realizzare l’armonizzazione della scuola dell’obbligo, il raggiungimento della quota del 95% per i titoli del livello secondario II e altri obiettivi di lungo termine. Sarà posta particolare attenzione al tema della digitalizzazione nel settore formativo, sia a livello di collaborazione che di obiettivi comuni.

Informazioni generali

Il rapporto presentato oggi è stato redatto dal Centro svizzero di coordinamento della ricerca educativa (CSRE) di Aarau. I committenti sono la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) e la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE).

La Costituzione impegna la Confederazione e i Cantoni a provvedere insieme, nell’ambito delle rispettive competenze, a un’elevata qualità e permeabilità dello spazio formativo svizzero (art. 61a cpv. 1). Uno degli strumenti per conseguire questo obiettivo costituzionale è il processo di monitoraggio a lungo termine dell’educazione in Svizzera di cui si fanno carico congiuntamente la Confederazione e i Cantoni. Il rapporto sul sistema educativo svizzero, pubblicato ogni quattro anni dal 2010, è uno dei risultati di tale processo. Le conclusioni del rapporto aiutano i responsabili della gestione e della politica formativa a prendere le loro decisioni. Il testo si rivolge però anche a un pubblico interessato ai temi della formazione.


Indirizzo cui rivolgere domande

Domande sul rapporto
Prof. dott. Stefan C. Wolter, direttore Centro svizzero di coordinamento della ricerca educativa, stefan.wolter@skbf-csre.ch

Domande ai committenti
Comunicazione SEFRI, 058 463 04 59, medien@sbfi.admin.ch
Servizio stampa CDPE, 031 309 51 12, presse@edk.ch



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