L’uguaglianza, di diritto e di fatto, tra uomo e donna è sancita dalla Costituzione come diritto fondamentale (art. 8 cpv. 3 Cost.). Gli istituti di formazione e di ricerca di tutti i livelli sono quindi tenuti ad adottare misure adeguate per realizzare condizioni di pari opportunità.
Le scuole universitarie svizzere hanno messo a punto numerosi progetti e misure e compiuto progressi per quanto riguarda l’uguaglianza tra i sessi. Tra il 2004 e il 2022 la percentuale di donne tra i docenti universitari è passata dal 12 % al 28 %, mentre tra i nuovi docenti assunti dal 2020 al 2022 le donne rappresentavano il 45 %. Tuttavia, in ambito accademico vi sono ancora grandi differenze a livello di presenza femminile tra i vari tipi di scuole universitarie. Per questo, in quanto organo supremo in materia di politica universitaria, la Conferenza svizzera delle scuole universitarie (CSSU) ha dichiarato che l’aumento della quota femminile nella didattica e nella ricerca – in particolare in posizioni dirigenziali – nonché nella formazione terziaria del settore MINT deve rappresentare anche nel periodo 2025-2028 una priorità assoluta per il coordinamento nazionale della politica universitaria.
Le misure per garantire un’effettiva parità di trattamento, ad esempio tramite l’eliminazione delle barriere che impediscono alle donne di intraprendere studi e carriere e il miglioramento della conciliabilità tra lavoro, studio e famiglia, vengono portate avanti per consentire alle donne di partecipare in maniera paritaria alle attività del mondo accademico e scientifico.
Misure e basi legali
Le disposizioni costituzionali vengono precisate in particolare nella legge del 24 marzo 1995 sulla parità dei sessi. Per il settore universitario sono pertinenti gli atti normativi emanati dagli enti responsabili (legge sui PF, leggi cantonali) nonché le disposizioni della legge federale sulla promozione e sul coordinamento del settore universitario svizzero (LPSU). Nella LPSU la promozione delle pari opportunità viene sancita esplicitamente come un compito importante nell’ambito dell’accreditamento istituzionale e dei sussidi vincolati a progetti. Infine, la promozione delle pari opportunità e l’uguaglianza effettiva tra uomini e donne sono sancite anche nella legge federale sulla promozione della ricerca e dell’innovazione (LPRI).
In quanto attori sostenuti dalla Confederazione, la SUFFP, il settore dei PF, swissuniversities, il FNS, Innosuisse e le Accademie svizzere delle scienze hanno inserito l’uguaglianza delle opportunità nei loro piani strategici pluriennali 2025-2028 come questione prioritaria.
Inoltre, l’uguaglianza delle opportunità fa anche parte delle quattro priorità strategiche definite dalla CSSU per il periodo 2025–2028, che la stessa CSSU intende promuovere in maniera mirata attraverso sussidi vincolati per progetti specifici. Dal 2013 in poi sono state realizzate diverse misure volte a garantire le pari opportunità nell’insegnamento, nella ricerca e nell’organizzazione delle scuole universitarie grazie ai progetti finanziati con questi sussidi e coordinati da swissuniversities.
In vista del Messaggio ERI 2025-2028 è stata elaborata una sintesi di tutte le misure incentrate su questo tema (Uguaglianza delle opportunità nel settore ERI), con un’attenzione particolare al settore universitario.
Equity: uguaglianza delle opportunità, diversità e inclusione in tutte le loro dimensioni
Da alcuni anni, oltre a sostenere l’uguaglianza delle opportunità, le scuole universitarie perseguono una strategia di promozione della diversità e dell’inclusione basata sul presupposto che la varietà e una cultura del lavoro inclusiva contribuiscano in maniera determinante all’eccellenza della didattica, della ricerca e dell’innovazione in Svizzera.
Anche a livello europeo questo tema è all’ordine del giorno. La Commissione europea è impegnata a promuovere la parità di genere nella ricerca e nell’innovazione, in particolare grazie all’introduzione dei Gender Equality Plans, uno dei criteri di promozione all’interno del 9° programma quadro dell’Unione europea «Orizzonte Europa». In questo contesto si inserisce anche Genderaction+, una rete che comprende oltre 20 Paesi e il cui scopo è contribuire a coordinare gli obiettivi di uguaglianza e inclusione del nuovo Spazio europeo della ricerca.