Formazione continua e buoni di formazione: risultati di un esperimento sul campo

Berna, 23.02.2009 - Grazie ai buoni di formazione può aumentare la partecipazione alla formazione continua anche tra le persone meno inclini a seguire attività formative. Ci sono tuttavia alcuni fattori che sconsigliano di ricorrere in maniera estensiva ai buoni. Il finanziamento pubblico mediante buoni di formazione si giustifica, eventualmente, solo per un gruppo molto ristretto di persone. A questi risultati è giunto un esperimento sul campo svolto su larga scala nel 2006 dall’istituto di ricerca Forschungsstelle für Bildungsökonomie dell’Università di Berna per conto dell’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (UFFT).

Né le considerazioni teoriche né le esperienze pratiche erano sufficienti finora a dire se e in che modo i buoni di formazione possano influire sulla partecipazione ad attività di formazione continua. Mancavano inoltre gli elementi per capire quali condizioni siano necessarie affinché il finanziamento statale della formazione continua possa essere opportuno in un’ottica economica e sociale.

I risultati dell’esperimento sul campo «Formazione continua e buoni di formazione», presentati oggi durante una conferenza stampa, dimostrano per la prima volta che i buoni possono riuscire a incrementare la partecipazione alla formazione continua. L’effetto si produce anche tra le categorie di persone solitamente restie a queste attività. È stato dimostrato inoltre che, in termini di percentuali di partecipazione, l’incentivo finanziario è nettamente più efficace della consulenza sulla formazione continua.

Impegno statale solo per un gruppo ben definito di persone

Per la politica in materia di formazione il prof. dott. Stefan Wolter, capo del progetto e autore dello studio, raccomanda che il finanziamento pubblico, semmai sia messo in atto, sia offerto a un gruppo molto circoscritto di destinatari. I risultati dello studio rivelano che la distribuzione estensiva di buoni non è né efficace né efficiente sul piano economico. L’esperimento dimostra da un lato che, per il cosiddetto effetto «peso morto», tra le persone con un più alto livello di istruzione solo in un caso su tre i buoni spingono a seguire una formazione che altrimenti non si sarebbe frequentata. Dall’altro lato, in relazione alle persone che hanno utilizzato il buono di formazione non si osservano effetti positivi sul mercato del lavoro, almeno a breve termine. Non trova quindi conferma il fatto che un investimento pubblico produca anche un adeguato beneficio per lo Stato e per la società.


Indirizzo cui rivolgere domande

Dott.ssa Ursula Renold, direttrice UFFT, tel. 031 323 76 12, ursula.renold@bbt.admin.ch

Prof. dott. Stefan C. Wolter, responsabile del progetto e autore dello studio, Forschungsstelle für Bildungsökonomie dell’Università di Berna, tel. 079 370 94 04, stefan.wolter@vwi.unibe.ch



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Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (UFFT) - a partire dal 1.1.2013 SEFRI
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